Le notti insonni di Martina
- Riccardo Castellaro
- 8 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 mar

Martina, una studentessa universitaria, aveva sempre avuto un buon ritmo di sonno, ma negli ultimi mesi qualcosa era cambiato. Ogni sera, dopo aver finito di studiare, si rilassava scorrendo i social sul telefono. Inizialmente pensava fosse un modo innocuo per svagarsi, ma col tempo si era accorta che restava incollata allo schermo ben oltre la mezzanotte, perdendosi tra video, notifiche e messaggi.
Ogni volta che provava a dormire, la sua mente era ancora attiva, sovraccaricata di informazioni e immagini. Nonostante la stanchezza, faticava ad addormentarsi e quando finalmente ci riusciva, il sonno era leggero e frammentato. Al mattino si svegliava spossata, con difficoltà a concentrarsi e un costante senso di irritabilità.
Dopo settimane di sonno disturbato, Martina decise di cercare una soluzione. Leggendo alcuni articoli, scoprì che la luce blu dello schermo interferiva con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno. Provò allora a impostare una routine: un’ora prima di dormire, spegneva il telefono e si dedicava alla lettura di un libro o a una breve meditazione.
La melanopsina è una proteina fotosensibile presente in specifiche cellule gangliari retiniche, fondamentale per la regolazione del ritmo circadiano e dei processi biologici associati. La sua funzione è legata alla percezione della luce e alla modulazione dei segnali che influenzano il ciclo sonno-veglia e altre risposte fisiologiche. Tuttavia, l'esposizione notturna alla luce artificiale dei dispositivi elettronici può alterare il suo funzionamento, con effetti negativi sulla salute. Questo meccanismo regola la produzione di melatonina, l'ormone del sonno, favorendo il mantenimento dello stato di veglia durante il giorno. Quando gli occhi percepiscono la luce, la melanopsina invia impulsi al cervello, riducendo la secrezione di melatonina e promuovendo lo stato di allerta.
Di notte, in condizioni di oscurità, la melanopsina smette di essere stimolata, consentendo la produzione di melatonina e favorendo l’addormentamento. Questo passaggio è essenziale per il recupero, la regolazione dell'umore e il consolidamento della memoria.
L'esposizione alla luce artificiale in tarda serata, soprattutto alla luce blu emessa da smartphone, tablet e computer, impedisce questa disattivazione, mantenendo attiva la melanopsina e ostacolando il naturale rilascio della melatonina. Questo porta a disturbi del sonno, difficoltà di addormentamento e riduzione della qualità del riposo notturno.
Una corretta gestione dell’esposizione alla luce, soprattutto nelle ore serali, è fondamentale per preservare un sonno di qualità e garantire il benessere generale.
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